Questa sera finalmente ho il piacere di intervistarmi… ecco la prima di una serie di interviste che ho intenzione di farmi per aggiornarvi sulle mie condizioni e sull’evoluzione della mia sopravvivenza qui in Belgio!!!
Buona sera monsieur Gian Paolo, come si sente dopo quasi tre settimane fuori di casa?
Beh, innanzitutto ti ringrazio, per avermi chiesto questa intervista. Sai, quando sei all’estero è sempre bello scambiare due chiacchiere senza avere la cacazza di sbagliare ad accocchiare due frasi in una lingua che non conosci bene!
Bene, iniziamo dai suoi primi giorni qui a Bruxelles. Qual è stato il maggior disagio incontrato all’inizio di questa sua esperienza? La lingua, il fatto di non conoscere nessuno… o cos’altro?
Diciamo che come tutti gli italiani che si spostano dalla propria terra il maggior disagio all’inizio è dato dal fare i conti con abitazioni sprovviste di quella grande invenzione e comodità che è il bidet. Così dopo qualche giorno e svariati tentativi di lavarti il culo contorcendoti tutto senza doverti lavare per intero ti convinci che l’unica soluzione è la doccia.
Ecco monsieur Gian Paolo, ma è riuscito a capire il vero motivo di questa mancanza negli appartamenti del resto del mondo?
Guardi, ho fatto a meno del bidet quando son stato in Bosnia, in Spagna, in Francia… pare che secondo questi popoli il bidet sia un accessorio per nulla elegante perché utilizzato in passato dalle prostitute subito dopo aver servito un cliente. Ma io mi dico… piuttosto che tenermi il culo sporco sono disposto ad essere considerato una puttana… ma col culo pulito!
Ma andiamo avanti. Cosa le manca di più di Giovinazzo?
Prima di partire dissi ai miei amici che di Giovinazzo mi sarebbe mancata soprattutto l’AFP e le serate al Palazzetto. Bene, confermo. L’AFP mi manca da morire, sabato scorso mentre Carmela mi mandava i messaggi stavo soffrendo da morire e cantavo da solo in casa i cori degli ultras con la sciarpa bianco verde che Vincenzo Bini mi ha regalato prima di partire! Però non mi manca solo l’AFP, mi mancano i miei amici, gli “amici di Luca”, mi mancano le cene dai Bini, e soprattutto mi manca Marta e mi manca salutare Bice e i suoi amici che ormai hanno completamente rovinato la pavimentazione della Piazza.
Già ma avrà trovato un modo per colmare questa mancanza.
Beh, essenzialmente l’utilizzo delle moderne tecnologie e soprattutto di msn e skype mi tengono in stretto contatto con tutti quanti, però ciò che mi riporta alla cultura e alle tradizioni della mia terra è il largo consumo che faccio dei video di Toti e Tata su You Tube.
Bene, in questi giorni avrà incontrato nuova gente, nuovi amici. Qual è stato l’incontro più significativo che ha fatto?
Beh senza dubbio quello con Jerome. Ero in fila alla ULB (Libera Università di Bruxelles) per iscrivermi al corso di inglese e ho rotto il ghiaccio con questo ragazzo belga, di Bxl che parlava un buon inglese. Abbiamo scambiato due chiacchiere, stronzate ovviamente. Mi ha fatto capire che riesco a farmi capire quando parlo inglese… ma sto veramente frecato!
Siamo alla fine di questa prima intervista monsieur Gian Paolo. Voglio chiederle se in questi giorni lontano dalla sua terra ha mai pianto.
Beh, proprio pianto no, però a volte m’è venuto da piangere.
Quando?
La sera dei falò di Sant’Antonio a Giovinazzo. L’unica sera d’inverno in cui si vede un po’ di gente in giro a Giovinazzo io ero lontano!!! Porca vacca.
Grazie monsieur Gian Paolo, grazie per questa intervista, spero di poter scambiare qualche chiacchiera con lei quanto prima.
Grazie a lei, mi saluti tutti i miei conterranei, se qualcuno di loro ha domande da pormi si faccia portavoce e io sarò felice di rispondere a tutte. A presto!