mercoledì 30 gennaio 2008

L'INTERVISTA SENZA FRENI (1a PARTE)

Questa sera finalmente ho il piacere di intervistarmi… ecco la prima di una serie di interviste che ho intenzione di farmi per aggiornarvi sulle mie condizioni e sull’evoluzione della mia sopravvivenza qui in Belgio!!!

Buona sera monsieur Gian Paolo, come si sente dopo quasi tre settimane fuori di casa?

Beh, innanzitutto ti ringrazio, per avermi chiesto questa intervista. Sai, quando sei all’estero è sempre bello scambiare due chiacchiere senza avere la cacazza di sbagliare ad accocchiare due frasi in una lingua che non conosci bene!

Bene, iniziamo dai suoi primi giorni qui a Bruxelles. Qual è stato il maggior disagio incontrato all’inizio di questa sua esperienza? La lingua, il fatto di non conoscere nessuno… o cos’altro?

Diciamo che come tutti gli italiani che si spostano dalla propria terra il maggior disagio all’inizio è dato dal fare i conti con abitazioni sprovviste di quella grande invenzione e comodità che è il bidet. Così dopo qualche giorno e svariati tentativi di lavarti il culo contorcendoti tutto senza doverti lavare per intero ti convinci che l’unica soluzione è la doccia.

Ecco monsieur Gian Paolo, ma è riuscito a capire il vero motivo di questa mancanza negli appartamenti del resto del mondo?

Guardi, ho fatto a meno del bidet quando son stato in Bosnia, in Spagna, in Francia… pare che secondo questi popoli il bidet sia un accessorio per nulla elegante perché utilizzato in passato dalle prostitute subito dopo aver servito un cliente. Ma io mi dico… piuttosto che tenermi il culo sporco sono disposto ad essere considerato una puttana… ma col culo pulito!

Ma andiamo avanti. Cosa le manca di più di Giovinazzo?

Prima di partire dissi ai miei amici che di Giovinazzo mi sarebbe mancata soprattutto l’AFP e le serate al Palazzetto. Bene, confermo. L’AFP mi manca da morire, sabato scorso mentre Carmela mi mandava i messaggi stavo soffrendo da morire e cantavo da solo in casa i cori degli ultras con la sciarpa bianco verde che Vincenzo Bini mi ha regalato prima di partire! Però non mi manca solo l’AFP, mi mancano i miei amici, gli “amici di Luca”, mi mancano le cene dai Bini, e soprattutto mi manca Marta e mi manca salutare Bice e i suoi amici che ormai hanno completamente rovinato la pavimentazione della Piazza.

Già ma avrà trovato un modo per colmare questa mancanza.

Beh, essenzialmente l’utilizzo delle moderne tecnologie e soprattutto di msn e skype mi tengono in stretto contatto con tutti quanti, però ciò che mi riporta alla cultura e alle tradizioni della mia terra è il largo consumo che faccio dei video di Toti e Tata su You Tube.

Bene, in questi giorni avrà incontrato nuova gente, nuovi amici. Qual è stato l’incontro più significativo che ha fatto?

Beh senza dubbio quello con Jerome. Ero in fila alla ULB (Libera Università di Bruxelles) per iscrivermi al corso di inglese e ho rotto il ghiaccio con questo ragazzo belga, di Bxl che parlava un buon inglese. Abbiamo scambiato due chiacchiere, stronzate ovviamente. Mi ha fatto capire che riesco a farmi capire quando parlo inglese… ma sto veramente frecato!

Siamo alla fine di questa prima intervista monsieur Gian Paolo. Voglio chiederle se in questi giorni lontano dalla sua terra ha mai pianto.

Beh, proprio pianto no, però a volte m’è venuto da piangere.

Quando?

La sera dei falò di Sant’Antonio a Giovinazzo. L’unica sera d’inverno in cui si vede un po’ di gente in giro a Giovinazzo io ero lontano!!! Porca vacca.

Grazie monsieur Gian Paolo, grazie per questa intervista, spero di poter scambiare qualche chiacchiera con lei quanto prima.

Grazie a lei, mi saluti tutti i miei conterranei, se qualcuno di loro ha domande da pormi si faccia portavoce e io sarò felice di rispondere a tutte. A presto!

lunedì 28 gennaio 2008

"DIARIO DI UN PRECARIO MALINCONICO"

Quando sono fuori di casa è raro che telefoni ai miei, mi faccio sentire molto poco. Lo facevo da ragazzo quando ero ai campiscuola, lo facevo una volta in seminario e ancora oggi che sono andato via di casa da ormai più di due settimane.
Stasera ho sentito mia madre al telefono e mi ha riferito che a Giovinazzo in molti le chiedono di me. Le chiedono come sto, che faccio, le dicono che sentono la mia mancanza. Addirittura la signora del quarto piano dice che le manco tantissimo. Ma mi chiedo... ma che ho mai avuto a che fare io con la Signora Marrone? Sarà che con i condomini sono sempre gentile...
Inoltre nella telefonata mia madre mi ha parlato di un articolo che ha costretto alle lacrime zia Anna e zio Ago. Tale pezzo è stato pubblicato sul numero di gennaio del Luce & Vita Giovani.
L'ha scritto fedele e voglio pubblicarlo su questo blog perchè fa parte di questa mia esperienza!

"Altre volte ho preso spunto da episodi realmente vissuti per dare senso alla successione dei miei pensieri fissati nelle povere parole di un articolo.

Non vi parlerò di un vissuto, né di un incontro, ma di un legame, di una costante, di una presenza. Vi parlerò di vita.

I nostalgici liceali ricorderanno Eurialo e Niso, i più agguerriti avventurieri Ernesto e Alberto, i cinefili penseranno a Nutless e Max e così via. In una parola amici.

Amici di vita, di viaggi, di sogni, di esperienze, di bravate, di risate e di lacrime, di pensieri comuni, di parole dette insieme, di intuizioni simultanee, di identità mischiate, quasi confuse tanto da essere pensati insieme.

Il tempo che passa ti ricorda che non sei più bambino e che prima o poi dovrai scegliere, quasi ti obbliga a farlo, prima che sia il tempo stesso a precluderti qualsiasi scelta. E così un giorno il tuo amico ti comunica che partirà, andrà lontano, alla ricerca di un futuro fatto di ore, giorni e non più di sogni e speranze, di lavoro e responsabilità, come se queste debbano per forza escludere il piacere di uno stare insieme.

Il rammarico più grande sta nel non poter additare nessuno, sta nell’essere consapevole che forse l’unica colpa è quella di essere nati in questo tempo, figli della precarietà, prigionieri della nostra stessa amata terra, quella terra che respira di noi ma che non ci dona respiro, quella terra che ancora ci emoziona ma che non ci fa sentire sicuri, stabili.

E allora lasciami rubare uno dei temi a te più cari, amico mio. Lasciami parlare da precario della vita. Con un lavoro a tempo determinato, senza garanzie, diritti e speranze, privo della mia spalla di sempre, innamorato della mia terra e della mia routine, delle nostre prassi e delle nostre passioni, mi sento un po’ perso. Incapace di gioire per poter ancora sporcare i miei piedi della nostra polvere, bloccato nel dare sfogo alla mia malinconia.

Lasciami raccontare ai lettori discreti di queste righe, la fierezza del sentirsi legati, l’ebbrezza della condivisione della vita, dal pane al sogno, dal gioco al silenzio. Lasciami sognare ancora un po’, prima di diventare grande, prima di accorgermi che sei partito davvero, che stasera non ci sarai e che i miei passi saranno davvero solitari.

Arrivederci amico fratello."

martedì 22 gennaio 2008

PERVERT MIDNIGHT

Sapete qual è la cosa più perversa che possa fare a mezzanotte un italiano a bxl?
Guardare Porta a Porta.
Un giorno vi spiegherò meglio come funziona la televisione qui in Belgio, intanto vi dico subito che non si paga un canone per guardare la televisione di stato, mentre con un semplice abbonamento ad un gestore telefonico (con Belgacom costa 8 euro al mese) o fornitore di servizio televisivo, si possono guardare più di sessanta canali di mezzo mondo dai canali BBC alla CNN dai canali francesi a quelli spagnoli, olandesi ecc. Si possono guardare anche le reti di Mamma RAI, soprattutto Rai 1 compresa in tutti i pacchetti. La differenza tra la prima rete nazionale italiana e le altre è che mentre queste trasmettono tutti i programmi, Rai 1 oscura i programmi quando vanno in onda i film in prima visione e le partite di calcio. Diciamolo pure, una vera vergogna!

Facendo zapping e dando un'occhiata ad un pò di tg in onda su canali che in Italia possono guardare solo quelli che hanno una parabola, mi sono imbattuto nei giorni scorsi in alcuni servizi provenienti dall'Italia che non davano una bell'immagine del Belpaese.

Euronews, canale francese che trasmette telegiornali a ripetizione con servizi da tutta Europa per tutta la scorsa settimana ha mandato in onda servizi sulla monnezza italiana mentre in questi giorni impazza lo scandalo della Mastella connection. Immaginate tutti gli abitanti del Belgio che la sera si facciano un giro dalle parti di Porta a Porta che idea possano farsi della nostra Italia.

Credo che d'ora in poi Mamma Rai invece di oscurare partite e prime Tv debba mettere lo schermo nero quando trasmette i Tg e Porta a Porta

domenica 20 gennaio 2008

"DEUX CENT GRAMMES DE JAMBON CUIT"

non è stata proprio mia l'idea di mettere su un nuovo blog. M'è venuto mentre lavoravo nella nuova casa che ha comprato mio fratello qui a Bruxelles, dopo aver ricevuto uno dei soliti sms con cui la mia amica Carmela ogni mattina mi saluta.
Poi, dopo che anche il mio "amico-fratello" Fedele mi ha suggerito di scrivere una mail per raccontare a tutti la mia prima settimana qui a Bruxelles, ho deciso di aprire questo nuovo blog.

Certo, ne ho aperti altri in passato, ma ho tenuto ad aprirne uno perchè quella che inizia qui a bxl è un pò una nuova vita. Vi racconterò tutte le mie impressioni, le mie avventure, le mie esperienze qui, nel cuore dell'Europa sperando di soddisfare e al tempo stesso stuzzicare la vostra curiosità, cari miei amici, e chissà... farvi venir voglia di passare da queste parti con la scusa di venire a trovarmi.

Intanto vi sarete chiesti perchè intitolare un post d'apertura "200 grammi di prosciutto cotto". Bene, dico subito che la mia vera e propria esperienza qui a bxl inizierà nei prossimi giorni quando prenderò a frequentare un corso di inglese di cui vi parlerò nei prossimi giorni. Intanto, come già accennato prima, trascorro le mie giornate a fare da muratore, falegname, e factotum per dare una sistemata alla nuova casa che mio fratello Gipo ha comprato dopo essersi sposato lo scorso agosto con mia cognata Carmen.

Mentre loro sono a lavoro io e mio padre trascorriamo le giornate tra la polvere e le vernici fermandoci solo per la pausa pranzo che mio padre fa durare il tempo di un panino. Ecco, giovedì mezzogiorno mi toccò andare a comprare pane e prosciutto dal minimarket sotto casa, in Avenue d'Auderghem e, con fare deciso, una volta arrivato il mio turno chiesi le mie "deux baguette" perchè sapevo dirlo in francese oltre che in inglese!!!
Il problema arrivò nel momento in cui dovevo chiedere "duecento grammi di prosciutto cotto".
Non la porto per le lunghe... non so come ho fatto a chiedere sti due etti, mescolando un pò di inglese, un pò di spagnolo, un pò di francese e un pò di italiano! Fatto sta che la signora del minimarket prontamente mi incartò i miei "deux cent grammes de jambon cuit".

Da questo ho capito che a Bruxelles posso sopravvivere tranquillamente!